Riprendiamo dalle colonne del "Cittadino" di Lodi la cronaca di Annalisa De Gradi della mattinata dei fieri embyciclisti al Liceo Gandini. [gc]
di Annalisa De Gradi
Una platea di studenti, ma non solo, ha assistito sabato mattina nell’aula magna del liceo Gandini a un incontro su un tema solo in apparenza lontano dalle discipline scolastiche ufficiali: si parlava di sport con i membri dell’associazione “Em bycicleta”, guidati dal loro capitano, lo “zio Athos” Andrea Maietti. L’idea dell’incontro, come ha chiarito Massimo Peri, il docente del Gandini promotore dell’iniziativa, è nata dalla convinzione che parlare di uno sport “pulito” sia un formidabile strumento educativo per i giovani. Maietti ha ribadito il concetto, presentando il sodalizio come un gruppo di amici che condividono un’idea di sport come metafora della vita e come resistenza al potere quasi assoluto ormai esercitato dagli insipienti, nello sport come nella cultura.
Sì, perché con lo sport si può fare anche cultura di ottimo livello, come hanno dimostrato gli otto autori intervenuti, diversi per età, formazione culturale, provenienza geografica e mestiere (tra loro ci sono un medico, un insegnante, un maresciallo della Guardia di Finanza), ma accomunati dalla passione di scrivere di sport. Alcuni brani dei loro racconti sono stati letti da studenti o ex studenti del Gandini: Francesca Cuzzocrea, Anna Novelli, Giuseppe Bongiovanni, Stefano Sfondrini, Giorgia Manfrin, Gianmario Anelli hanno dato voce alle storie create da Claudio Gavioli, Stefano Corsi, Antonio Gurrado, Andrea Maietti, Gianni Bertoli, Emiliano Fabbri, Valerio Migliorini e Gino Cervi.
Gli autori, come è emerso dalle brevissime auto-presentazioni di ciascuno, hanno in comune anche il gusto per l’understatement (Maietti insegna), che li porta a non prendersi troppo sul serio: Bertoli scherza sul suo essere“diversamente giovane”, mentre Corsi si definisce «di professione tifoso dell’Atalanta e per hobby insegnante del liceo»; Gino Cervi rassicura l’uditorio sull’estrema brevità dei brani tratti dai suoi racconti (peccato, perché sono molto belli). La formula dell’incontro è indovinata: niente aria da conferenza ufficiale e molti momenti accattivanti, non solo per la qualità letteraria dei racconti, ma anche per il corredo di filmati e immagini (accompagnate dalle musiche di Ligabue, De Gregori, Paolo Conte), alcuni familiari ai ragazzi, come il commovente ricordo di “Sic”, altri efficaci nel presentare a chi non li ha conosciuti i grandi eroi dello sport del passato. Lo sport, ha ragione Maietti, può ancora essere un modo per consentire ai ragazzi di avere un sogno.